martedì 17 luglio 2012

Firma anche tu la petizione contro la tortura di Stato



I poliziotti condannati per aver picchiato e ucciso mio figlio 18enne Federico Aldrovandi non andranno in carcere e sono ancora in servizio. C'è un solo modo per evitare ad altre madri quello che ho dovuto soffrire io: adottare in Italia una legge contro la tortura.

La morte di mio figlio non è un'eccezione: diversi abusi e omicidi commessi dalle forze dell'ordine rimangono impuniti. Ma finalmente possiamo fare qualcosa: alcuni parlamentari si sono uniti al mio appello disperato e hanno chiesto di adottare subito una legge contro la tortura che punirebbe i poliziotti che si macchiano di questi crimini. Per portare a casa il risultato però hanno bisogno di tutti noi.

Oggi è il compleanno di mio figlio e vorrei onorare la sua memoria con il vostro aiuto: insieme possiamo superare le vergognose resistenze ai vertici delle forze dell'ordine e battere gli oppositori che faranno di tutto per affossare la proposta. Ma dobbiamo farlo prima che il Parlamento vada in ferie! Vi chiedo di firmare la petizione per una legge forte che spazzi via l'impunità di stato in Italia e di dirlo a tutti - la consegnerò direttamente nelle mani del Ministro dell'Interno non appena avremo raggiunto le 100.000 firme.

* Appello della mamma di Federico Patrizia Moretti




QUI TROVATE, INVECE, LA PETIZIONE

Al Ministro dell'Interno Cancellieri, al Ministro della Giustizia Severino e a tutti i Parlamentari:

Vi chiediamo di adottare immediatamente una legge forte contro la tortura che garantisca che gli agenti delle forze dell'ordine che commettono reati gravi non siano più al di sopra della legge e non possano più restare in servizio. Tutti gli agenti impegnati in operazioni di ordine pubblico dovrebbero essere identificabili. E' ora di rispettare la Convenzione Onu contro la tortura e di mettere fine all'impunità di stato, restituendo giustizia alle vittime di tortura e di altri crimini odiosi.

sabato 14 luglio 2012

Alemanno, il giustiziere della notte in sella contro le prostitute



Roma: la lotta al degrado e le trovate mediatiche di Alemanno - Tour notturno anti-prostituzione per il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che in sella alla sua Honda nera ha perlustrato, accompagnato dagli agenti della Polizia locale di Roma Capitale, alcuni tra i quartieri più a rischio della città. Nel corso della maxi-operazione, condotta in zona Marconi ed Eur, passando per l'incontrollabile Cristoforo Colombo, gli agenti hanno fermato e identificato diverse lucciole. Una normale operazione contro il degrado, insomma, se non fosse per l'inconsueta presenza del primo cittadino che ha ovviamente richiamato l'attenzione di un folto pubblico di passanti e curiosi.

L'impotente giustiziere della notte - La trovata mediatica di Gianni Alemanno non ha molti precedenti. Le foto della retata, postate immediatamente su Twitter, mostrano il primo cittadino nelle vesti di un centauro, quasi a voler mostrare alla città intera (e non solo) che la capitale è amministrata da un sindaco pronto a spogliarsi dell'abito istituzionale per indossare i panni delgiustiziere della notte. E non è forse un caso che lo "spot"  abbia avuto per protagonista il primo cittadino che più di tutti, nel corso della campagna elettorale precedente alla sua nomina, ha giocato sul tema della lotta al degrado, salvo poi ritrovarsi a governare una città in cui in questi ultimi anni l'illegalità diffusa è, anzi, andata crescendo.
Con buona pace dei giustizieri della notte in sella a roboanti moto nere.

 

Raffaele Emiliano 

http://www.newnotizie.it/2012/07/alemanno-il-giustiziere-della-notte-in-sella-contro-le-prostitute/

giovedì 12 luglio 2012

Edoardo Costa condannato a 3 anni, truffa a una Onlus per bambini



Condannato a 3 anni di reclusione e a 2mila euro di multa Edoardo Costa. Il giudice della terza sezione penale Marina Zelante ha riconosciuto il modello reso famoso in Italia dalle soap opera 'Vivere' e 'Un posto al sole' colpevole di essersi appropriato indebitamente di circa 310mila euro dei 650mila donati a una onlus che lui presiedeva per aiutare i bambini dei Paesi più poveri nel mondo. 


La condanna ha riguardato l'accusa di truffa contestata per 205mila euro e quella di appropriazione indebita per un totale di circa 138 mila euro. La sentenza è stata emessa con rito abbreviato. Per Costa il pubblico ministero Bruna Albertini aveva chiesto, nel corso della sua requisitoria, 4 anni di carcere, con 1800 euro di multa. 

L'inchiesta, nata nel 2008 in seguito alle denunce andate in onda in tv, si riproponeva di verificare se le somme raccolte in occasione di eventi e serate di beneficenza, attraverso la C.I.A.K., l'associazione senza scopo di lucro, fondata e presieduta dallo stesso attore, fossero state effettivamente destinate alle attività progettuali pubblicizzate in favore di bambini bisognosi.


Fonte: http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/07/12/news/edoardo_costa_condannato_a_3_anni_per_la_frode_a_una_onlus_per_bambini-38944401/

martedì 10 luglio 2012

Don Gallo: "Si riapra il processo su Carlo Giuliani"



di redazione la Repubblica
«Non basta. Troppo comodo. E poi, al lungo elenco delle scuse, mancano i veri protagonisti. Manca Claudio Scajola che era il ministro degli Interni, manca Gianfranco Fini che era il vicepremier, manca De Gennaro che era il capo della polizia. E mancano i vertici di Cgil, Cisl e Uil: ancora oggi ci devono spiegare perché, a differenza della Fiom, non erano in piazza con noi».
Il sottosegretario De Gennaro ha appena chiesto scusa. Dice: “Resta nel mio animo un profondo dolore per tutti colore che a Genova hanno subito torti e violenze”.
«E cosa vuol dire? Cosa ha fatto l’allora capo della polizia De Gennaro affinché quei torti e quelle violenze non fossero inferti?».

Come si chiude, allora, la partita?
«Riaprendo il processo di piazza Alimonda. Solo così, solo trovando verità e giustizia sulla fine di Carlo Giuliani e sull’assalto premeditato ad un immenso corteo di persone pacifiche sarà possibile voltar pagine. Attenzione, ho detto voltar pagina: non chiudere il libro, perché quello resterà aperto. Sempre».Se c’è un’autorità morale in grado di indicare “a che punto è la notte” — dopo la sentenza della Cassazione sull’assalto alla scuola (in realtà Pertini, anche se nell’immaginario collettivo è passato il nome Diaz) che ha portato alla decapitazione dei vertici della polizia — quella autorità è don Andrea Gallo.

Contento della sentenza?
«Figuriamoci se non sono contento: sono sempre felice quando vince la verità. Da religioso e da partigiano. Dico però che la mole di prove era talmente schiacciante che non poteva esserci un esito diverso. Dico anche, con la medesima evidenza, che mancano alcuni nomi, tra i condannati. Prenda De Gennaro: se veramente i suoi collaboratori avessero fatto questo macello senza avvertirlo andrebbero condannati per insubordinazione, fucilati alle spalle. E il signor Manganelli, che oggi si scusa tanto, era il vicecapo della polizia: anche lui non c’era e se c’era dormiva?».

Poi ci sono quelli che nemmeno ci pensano, a chiedere scusa.
«Il caso più clamoroso è quello del ministro degli Interni. Qualche giorno dopo, per maggiore onore e gloria di Scajola, il Secolo pubblicò il diario della di lui moglie, con tanti passaggi edificanti. “Venerdì sera mio marito arriva a casa stanchissimo — spiega lady Scajola — e sabato mattina dormiamo tanto e poi andiamo a fare shopping. Alle nove siamo già a letto, alle dieci Claudio riceve una telefonata, accende la lucina da letto, non l’ho mai visto così bianco in faccia”. Stavano assaltando la Diaz e al signor ministro lo dicono a cose fatte. Era tutto nelle mani di De Gennaro, che dall’inchiesta nemmeno viene sfiorato».

Non è l’unico.
«Il signor Gianfranco Fini ancora oggi ci deve dire cosa è andato a fare, con Bornacin, a San Giuliano, quali ordini ha impartito, perché dal momento della sua visita è cambiato l’atteggiamento delle cosiddette Forze dell’Ordine».

Fini è il presidente della Camera.
«E allora? A maggior ragione, essendo la terza carica dello Stato, dovrebbe essere cristallino e spiegare ogni suo gesto. Signor Fini, perché un corteo pacifico e autorizzato, tranquillo e gioioso, è stato assalito in via Tolemaide? E poi, all’elenco delle scuse, mancano i sindacati. Non con lo stesso livello di responsabilità, d’accordo, ma qualcuno lo vuole dire che se la Cgil avesse fatto il servizio d’ordine non ci sarebbero stati i Black bloc o comunque i danni sarebbero stati molto, molto più contenuti? I vertici del sindacato — Cgil, Cisl e Uil — ci vogliono dire perché hanno lasciato alla sola Fiom il compito di scendere in piazza con cinquecentomila persone? Ho sentito pontificare la Camusso, mi viene da sorridere: adesso tutti parlano di verità e giustizia, senza chiedersi perché allora si sono girati dall’altra parte».

Adesso ringraziamo i magistrati e voltiamo pagina?
«Certo, ringraziamo i magistrati, e soprattutto quelli della Corte d’Appello che sono stati coraggiosissimi. Ma non voltiamo pagina. Per voltarla serve chiarezza su cosa è successo intorno a piazza Alimonda. E poi, ricordiamocelo tutti e con buona pace del giudice Caselli, se i nemici dell’economia imperante al G8 erano tutti quei ragazzi che gridavano “Un altro mondo è possibile”, oggi i nemici dell’economia imperante sono i ragazzi della Val di Susa. Li caricano come allora e loro, come allora, chiedono giustizia. Attenzione a non girarci dall’altra parte, ancora una volta».

da la Repubblica

venerdì 6 luglio 2012

Vuoi intervistare Schettino? Basta sganciare 50.000 euro



50.000 euro, tondi tondi. E' il minimo che vi serve per poter intervistare il comandante Schettino, appena tornato in libertà dopo tre giorni di carcere e sei mesi di arresti domiciliari. A dirlo è  il suo legale a "La Stampa". Ecco cosa si legge sul quotidiano torinese:

“Schettino non uscirà di casa e non parlerà. Chiunque andrà, rimarrà davanti alla porta. Schettino concederà interviste solo a selezionati gruppi editoriali, uno televisivo e uno per la carta stampata, che avranno vinto l’asta che parte con un base, appunto, di 50 mila euro. La trattativa è ancora in corso. C’è tempo una settimana”, fa sapere il legale che lascia intendere anche che la cifra potrebbe lievitare se nel frattempo arriveranno altre proposte più cospicue da valutare “nell’interesse del cliente”.

Al via domani i saldi, ecco il calendario delle varie regioni



Da domani saldi in ogni regione - Dopo Basilicata e Molise, che hanno aperto la stagione dei saldi il 2 luglio, con un anticipo di una settimana, domani si apre ufficialmente la stagione dei saldi nel resto delle Regioni italiane. Si prevede, secondo Confcommercio, una spesa di 250 euro a famiglia, per i circa 15 milioni di nuclei familiari che si metteranno in cerca di capi scontati. La spesa per persona dovrebbe aggirarsi di poco sopra i 100 euro, per un esborso complessivo di 3,7 miliardi di euro, pari al 12% del fatturato annuo del comparto.

Il calendario - Ecco di seguito una scheda, con i dati forniti da Confcommercio, sul periodo dei saldi nelle singole Regioni del Paese.
ABRUZZO                 7 luglio - 4 settembre
BASILICATA              2 luglio - 2 settembre
CALABRIA                7 luglio - 31 agosto
CAMPANIA                7 luglio per 90 giorni
EMILIA ROMAGNA          7 luglio - 4 settembre
FRIULI VENEZIA GIULIA     7 luglio - 30 settembre
LAZIO                   7 luglio per 6 settimane
LIGURIA                 7 luglio per 45 giorni
LOMBARDIA               7 luglio - 4 settembre
MARCHE                  7 luglio per 60 giorni
MOLISE                  2 luglio per 60 giorni
PIEMONTE                7 luglio - 1° settembre
PUGLIA                  7 luglio - 15 settembre
SARDEGNA                7 luglio per 60 giorni
SICILIA                 7 luglio - 15 settembre
TOSCANA                 7 luglio per 60 giorni
UMBRIA                  7 luglio - 7 settembre
VALLE D'AOSTA           7 luglio - 30 settembre
VENETO                  7 luglio - 31 agosto
BOLZANO (PROVINCIA)      6 luglio - 18 agosto
TRENTO (PROVINCIA)       I commercianti determinano liberamente  i periodi in cui effettuare i saldi

Lo strano hackeraggio di Radio Maria a Radio Popolare


Rilanciamo un interessante articolo pubblicato il 12 giugno scorso sul sito de 'il Fatto Quotidiano'.

Parte lo spot in favore del testamento biologico, e subito si sovrappone Radio Maria. Succede a Radio Popolare di Milano, che ieri ha lanciato la campagna “Io scelgo”, che attraverso testimonial come Moni OvadiaLella Costa, Claudio Bisio Gherardo Colombo chiede al Comune retto da Giuliano Pisapia di istituire il registro del testamento biologico, il documento con il quale ciascuno può esprimere le proprie volontà in fatto di trattamenti sanitari nell’eventualità di ritrovarsi in stato di incoscienza. Un tema delicatissimo, sollevato per esempio dal caso di Eluana Englaro.  
“Quando è successo la prima volta abbiamo pensato a un caso, per quanto curioso”, spiega a ilfattoquotidiano.it Gianmarco Bachi, direttore dei programmi di Radio Popolare, storica voce della sinistra milanese e capofila della rete nazionale Popolare network. “Invece la cosa si è ripetuta sistematicamente ogni volta che abbiamo messo in onda lo spot. Parte la voce di Moni Ovadia e dopo una ventina di secondi le nostre frequenze sono sovrastate da quelle di Radio Maria” (senti l’audio dello spot interrotto da Radio Maria). 
Anche per i tecnici di Radio Popolare, al momento, è difficile capire il meccanismo di questo hackeraggio che colpisce le trasmissioni via etere, sul quale sta già indagando la Polizia postale in attesa di una formale denuncia che, continua Bachi, “presenteremo domani. E’ evidente che si tratta di un boicottaggio, la modalità di intrusione è chiaramente voluta e tecnicamente accertata, anche se non si sa chi sia il responsabile né quale sia l’obiettivo preciso: la campagna, la radio o entrambi”. Dagli studi di via Ollearo escludono qualunque responsabilità di Radio Maria in questo attacco, concentrato su un tema molto sgradito al fronte cattolico. 
Una delle ipotesi è che l’ignoto hacker disponga di un comune software di riconoscimento vocalepronto a “scattare” ogni volta che sente la voce di Moni Ovadia. Meno chiaro è come possa intervenire sui ponti radio, con una modalità di hackeraggio dell’etere che non sembra avere molti precedenti. 

giovedì 5 luglio 2012

Il giudice sentenzia: Radio Maria è una tortura



Le donne sono fantastiche, riescono ad escogitare mezzi di tortura sempre più tremendi e dolorosi. Due sorelle sarde hanno preso di mira il loro fratellino. Le due donne avevano in ballo un litigio per motivi di denaro e forse per questo potevano accedere con piena libertà al ristoranteche l’uomo gestisce con l’aiuto della moglie. E’ proprio il ristorante che si trasforma in un luogo di dolore e di supplizio al punto che il gestore è stato costretto al ricovero per un esaurimento nervoso.
In cosa consisteva la tortura? Molto semplice. Le donne arrivavano all’apertura del locale e come prima cosa accendevano la radio posizionandola sulle frequenze di Radio Maria, dove rimaneva fino alla chiusura del ristorante salvo ricominciare la mattina dopo. Tutto questo per 365 giorni l’anno, esclusi i giorni di ferie. L’uomo non ha superato l’ardua prova ed ha deciso di rivolgersi ad un magistrato che ha condannato le due donne per stalking affermando che l’uomo veniva torturato.

Fonte: www.haisentito.it

giovedì 28 giugno 2012

La Chiesa marcia sul porno: 1 miliardo e mezzo di euro dai libri per adulti




La Weltbild è una produttiva azienda tedesca che possiede un discreto numero di librerie e ha un fiorente commercio on line. Fino a qui nulla di strano, ai più smaliziati potrebbe scappare giusto un sorriso, scoprendo che i loro prodotti principali sonovolumi erotici e un considerevole catalogo di dvd per adulti, in fondo, nel mondo di oggi, la pornografia non fa più molto scalpore, anzi. 

La sorpresa viene fuori, quando si scopre che la società è controllata interamente dai Vescovi della chiesa tedesca.1,6 miliardi di euro, non proprio uno scherzo, entravano nelle casse del clero attraverso questo commercio, diciamo, poco ortodosso, almeno per chi professa castità, astensione e disconosce le più elementari pratiche di prevenzione nel sesso.
Proprio a seguito della notizia, lo scorso novembre si erano mobilitati molti gruppi cristiani conservatori, per chiedere la cessione dell'attività, non giudicandola in linea con i principi e la morale di un'impresa clericale. Per questo si era arrivati a decidere di vendere la società. Ma negli ultimi giorni, ancora un colpo di scena, in un recente articoloil Frankfurter Allgemeine Zeitung rivela che non ci sarà alcuna dismissione, solo una trasformazione in una fondazione e Carell Halff, delegato amministrativo, conferma, aggiungendo:
"Ho colto molto positivamente la decisione. È la scelta più giusta per la società e i sui i 6500 dipendenti"
Intanto l'assemblea dei soci avrebbe deciso che tutti i proventi saranno destinati ad opere caritatevoli,culturali e religiose, senza possibilità di guadagno per gli stessi. A questo punto, però ci sarebbe da chiedersi cosa intendano per "religiose", augurandoci di non scoprire altri "dubbi" campi semantici per questa parola.



fonte: agoravox.it


Sara Tommasi rapita dagli alieni prima di girare il film porno



Concluse ufficialmente le riprese del tanto chiacchierato film porno che la vede protagonistaSara Tommasi ha finalmente confessato ciò che l’avrebbe spinta a farlo: non la droga, come inizialmente sostenuto, ma addirittura gli alieni.
La soubrette bocconiana ha rilasciato la bizzarra dichiarazione dalla villa di Fermo di Guido Maria Ranieri, il regista che l’ha diretta nella pellicola a luci rosse: «Alcuni giorni prima di entrare in questo ambiente ho avuto un contatto con entità aliene che mi hanno impiantato un microchip nel cervello con lo scopo didiffondere l’amore nel mondo - ha detto serafica la Tommasi, intervistata dal Resto del Carlino - Due di loro sono stati sempre presenti di nascosto sul set».
Ranieri, da perfetto mecenate, ha confermato la versione della sua “protetta”: «In fase di montaggio mi sono accorto che nella scena girata nel bosco, in un frame, facendo molta attenzione, si nota apparire una figura scura che poi sparisce immediatamente dallo sfondo. Ricordo bene anche l’arrivo di un uomo vestito di nero all’inizio delle riprese, che affermava di essere il fotografo di scena, che poi però non ho più visto nel giro di pochi minuti».
A quanto pare, le presunte “abduction” sarebbero avvenute due volte, la prima per impiantare il microchip e ordinarle di girare “La mia prima volta” - questo il titolo definitivo del film - la seconda per invitare la soubrette a terminare in fretta l’opera: «Il giorno prima delle riprese, Sara mi ha telefonato alle 5 del mattino - continua Ranieri - e mi ha raccontato di aver avuto di nuovo la visita, nel cuore della notte, di queste entità aliene che le hanno comandato di effettuare le riprese entro il giorno seguente, così siamo stati costretti a girare il film tutto di corsa».
E mentre la Tommasi confessa incursioni aliene e missioni interplanetarie, su YouTube è stato pubblicato il teaser dell’attesissima pellicola hard: poco più di 30 secondi che si sono già guadagnati quasi 900mila visualizzazioni.


Leggi l'articolo completo: Sara Tommasi: «Io vittima degli alieni» | Gossip | Il Secolo XIX 

mercoledì 27 giugno 2012

Ilaria Cucchi scrive alla mamma di Aldrovandi: Hai vinto per tutti noi


di Ilaria Cucchi


Noi eravamo presenti al momento della pronuncia della sentenza della Corte di Cassazione. Lucia Uva, Domenica Ferrulli ed io. Perché noi in questi anni siamo diventati una famiglia.
Noi sappiamo cosa significa lottare momento dopo momento per una giustizia che si da per scontata ma che molto spesso non lo è.

Noi sappiamo quanto è importante per noi, e per quelli come noi, che finalmente e definitivamente coloro che hanno tolto la vita a un ragazzino che non aveva fatto niente di male siano stati giudicati colpevoli. Questa è la giustizia in cui vogliamo credere. Questo ciò che da a noi la speranza di andare avanti.

Questo ciò che è riuscita a fare, da sola, Patrizia Moretti. Per la sua famiglia, per Federico che ora le sorride da lassù ma che mai nessuna sentenza potrà restituirle. Ma anche per l'intera collettività. E per noi, che senza il suo coraggio non avremmo mai trovato la forza necessaria per intraprendere battaglie di simili dimensioni.

Patrizia lo ha fatto sapendo bene che quanto aveva di più prezioso non le sarebbe stato restituito da una sentenza di condanna. Nella quale ella stessa, pur sapendo benissimo come erano andate le cose, avendo imparato a sue spese a conoscere questa giustizia in tanti momenti non ha sperato.

E lo ha fatto anche nell'illusione di poter cambiare una cultura. Quella terribile per la quale chi indossa una divisa ha ragione a prescindere. Ma contro il pregiudizio e l'ottusità a volte non basta nemmeno questo. Se oggi, di fronte all'evidenza delle atrocità che hanno fatto coloro che hanno ucciso Federico Aldrovandi, c'è ancora chi ha il coraggio di difenderli. E non solo. Purtroppo.

Patrizia ha visto calpestata la vita di suo figlio, appena diciottenne e con tutta la vita davanti, ed oggi dopo tanto dolore aggiunto al dolore, quello di una lotta impari affrontata con lo strazio della consapevolezza che ormai la sua vita era finita nello stesso istante in cui era finita quella di Federico, vede calpestata anche la sua memoria.

Ma che senso ha tutto questo?
E la nostra realtà politica non ci aiuta.
Troppo presi evidentemente a fare leggi su misura per loro. Ignorando quali sono i problemi veri della gente comune.
Gente che per merito della nostra giustizia riesce a fatica a far emergere realtà scomode, grazie solo ed esclusivamente alle pubbliche denunce. Quelle rivolte alla gente normale.

Quelle che fanno indignare il vicino di casa e l'impiegato dell'ufficio postale, che solo in quel momento assumono consapevolezza dei soprusi che avvengono ogni giorno nell'indifferenza generale.
Perché fa comodo a tutti non parlarne. 
Così. Come se niente fosse successo.
Perché parlarne vuol dire mettere in discussione l'intero sistema.
Molto meglio chiedere a noi di farcene una ragione.
Sfatiamo questo mito. La giustizia non è uguale per tutti.
Cambiano le persone che comandano questo Paese, ma non cambia la mentalità. Se il ministro degli interni, piuttosto che tacere, ritiene opportuno esprimersi in maniera vaga anziché compiacersi per la vittoria della giustizia, quella vera, una volta tanto.

Cosa dovremmo pensare noi?
Che siamo soli. E ancora una volta qualcuno ce lo ha dimostrato.
Ma niente e nessuno riuscirà a farci desistere dal nostro bisogno di giustizia. I nostri cari non sono morti per un puro caso, ma per colpa di chi avrebbe dovuto tutelarne i diritti.

E nessuno può chiederci di far finta di niente.
Lo sappiamo bene quanto è e sarà dura.
E sappiamo anche bene che possiamo confidare solo su noi stessi, sul nostro avvocato e angelo.

E sul coraggio di Patrizia.
Che ha cresciuto un ragazzo fantastico, che sarebbe stato accanto a lei per tutti i giorni della sua vita, se quattro assassini non avessero deciso di portarlo lontano da lei.

martedì 19 giugno 2012

E venne anche il trailer del film porno di Sara Tommasi


Il discusso film porno girato dalla "bocconiana" Sara Tommasi in Svizzera ha finalmente il suo tanto atteso trailer. Il teaser della pellicola intitolata “Sara contro tutti” mostra prima una lunga presentazione della troupe e poi una serie di rantoli della Tommasi che ripete meccanicamente “sono una zoccola – ah – sì – ah”. 


Che sia una nuova forma di protesta contro il signoraggio bancario tanto duramente avversato dalla Tommasi e dal suo mentore Alfonso Luigi Marra?

Lei è Sonia Topazio, capo ufficio stampa dell'Ingv



Quella nella foto è Sonia Topazio, capo ufficio stampa dell'Ingv, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia!

Per conoscerla meglio vi rimandiamo alla sua biografia su Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Sonia_Topazio

lunedì 18 giugno 2012

Sarsak sarà liberato il 10 luglio



Sarsak verrà liberato il 10 luglio in cambio della fine dello sciopero della fame. Questo il contenuto dell'accordo che il giocatore palestinese, prigioniero in un carcere israeliano da tre anni, avrebbe raggiunto con le autorità israeliane. Dopo tre mesi di sciopero della fame, forma di protesta estrema contro la detenzione amministrativa a cui Israele lo ha costretto, unico prigioniero politico della cosiddetta "unlawfal combatants law", Mahmoud avrebbe deciso di accettare la proposta delle autorità israeliane. L'ultimo ordine di detenzione amministrativa spiccato contro di lui sarebbe terminato il 22 agosto, ma avrebbe potuto essere di nuovo rinnovato come accaduto negli ultimi tre anni.

A dare la notizia, il suo avvocato Mohammed Jabarin, che ha aggiunto: "Mahmoud sarà trasferito domani in un ospedale civile per ricevere cure adeguate e il 10 luglio tornerà a Gaza". Secondo quanto riportato dal legale, Sarsak ha ripreso a mangiare oggi di fronte alle autorità carcerarie israeliane che hanno chiesto a Mahmoud di ingerire del cioccolato in loro presenza per ratificare l'accordo.

Il giovane giocatore, 25 anni originario della Striscia di Gaza, ha attirato negli ultimi giorni l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale, in particolare del mondo del calcio. Oltre alle pressioni della Fifa su Israele, sono giunti appelli da singoli giocatori e esponenti dello sport mondiale a favore della liberazione di Sarsak, detenuto senza alcuna accusa ufficiale né un processo.

Sarsak era stato arrestato il 22 luglio 2009 al valico di Erez tra Gaza e Israele mentre si stava recando in Cisgiordania per giocare. L'unica accusa mossa da Israele al momento dell'arresto era la presunta appartenenza di Mahmoud alla Jihad Islamica, ma nessun crimine gli è stato mai contestato pubblicamente.


FONTE: globalist.it

Sara Tommasi, ancora lei: costretta a usare cocaina per film porno?






La soubrette accusa il produttore del film: drogata per girare le scene più spinte. Lui nega tutto e precisa: nessuna sostanza stupefacente, firmato un regolare contratto.



Si fa più intricata la vicenda del film porno girato da Sara Tommasi. Dopo alcune smentite e controsmentite, ora la soubrette, in una lettera scritta di suo pugno, accusa il produttore del film, Federico De Vincenzo, di averla drogata per costringerla a girare le scene spinte. De Vincenzo però nega e ribatte: «Mai assunte sostanze e con me Sara ha firmato un regolare contratto di collaborazione». Il testo della Tommasi arriva qualche giorno dopo un'intervista dell'avvocato Alfonso Luigi Marra nella quale veniva ipotizzato l'uso di cocaina da parte della Tommasi prima o durante le riprese. Proprio a Marra e all'avvocato Saverio Campana, la Tommasi avrebbe conferito il mandato di presentare un esposto alla Procura di Milano ai fini del sequestro del video.

Il produttore del film, Federico De Vincenzo, è stato molto chiaro: «La signorina Sara Tommasi, con la quale ho sottoscritto un regolare contratto di collaborazione, non ha mai assunto alcuna sostanza stupefacente né prima e né durante le riprese del video porno di cui sono produttore». Si dice poi stupito dalla reazione della ragazza: «Non so cosa pensare? L'ho sentita poco fa - spiega -, dopo la diffusione del comunicato, e mi ha confermato di voler continuare con gli altri progetti che avevamo in cantiere».






fonte: globalist.it

Mahmoud Sarsak, il calciatore palestinese ostaggio d'Israele



Mahmoud Sarsak, il calciatore palestinese prigioniero d'Israele - Ha 25 anni e se fosse nato in un Paese libero sarebbe oggi sicuramente un talento calcistico. Mahmoud è, invece, detenuto in un carcere israeliano dal 2009 e da novantadue giorni è in sciopero della fame in segno di protesta contro quella che Israele chiama "detenzione amministrativa" e che di fatto si traduce in una carcerazione senza alcuna accusa. La sua vicenda, al pari di quella di tanti palestinesi , è quasi completamente sconosciuta, ma non può continuare ad essere taciuta. E proprio nei giorni in cui in Europa si esulta e si scalpita per le partite degli Europei, la storia di questo giovane e sfortunato atleta diventa il simbolo della lotta di un intero popolo, quello palestinese appunto, soggiogato dal dominio israeliano.
Un sogno negato - Tre anni fa Sarsak, giovane promessa del calcio palestinese, dalla Striscia di Gaza dove è cresciuto cercava di raggiungere la Cisgiordania per aggregarsi alla sua Nazionale. Era il 22 giugno 2009 quando il giovane e promettente calciatore partì verso il  valico di Erez, unica porta che collega Gaza ai Territori Palestinesi Occupati, sigillata da Israele. Lì fu bloccato dalle forze di sicurezza israeliane, che diedero il via al suo travaglio. Contro Sarsak non fu formulata alcuna accusa precisa, ma una volta condotto nella prigione di Ashkelon fu interrogato e torturato per trenta giorni, prima di essere trasferito a Ramleh dove tuttora è detenuto. Il 19 marzo 2012 l’autorità giudiziaria israeliana ha rinnovato per la sesta volta la sua detenzione amministrativa ed è da quel giorno che Sarsak è in sciopero della fame.
Il silenzio dei media ufficiali - Ora che le sue condizioni fisiche stanno diventando assai critiche e si fa concreto il rischio di morte, la storia di Mahmoud sta facendo il giro del mondo su blog e social network, mai su grandi giornali e tg nazionali. Delle sorti del calciatore palestinese si stanno interessando intellettuali del calibro di Ken Loach e Noam Chomsky, ma anche ex calciatori come Eric Cantona. Anche il presidente della Fifa Joseph Blatter si dice ora preoccupato "riguardo la detenzione apparentemente illegale dei calciatori palestinesi", facendosi promotore di "un appello urgente alla federazione israeliana di football (Ifa) affinché assicuri l’integrità fisica dei calciatori palestinesi ed il loro diritto a processi equi". La Palestina, intanto, ha inviato una lettera formale a Michel Platini, presidente dell’Uefa, chiedendo di non far disputare gli europei Under 21 in programma proprio in Israele tra il 5 ed il 18 giugno 2013.

Raffaele Emiliano

domenica 17 giugno 2012

#Satira: Sarà Germania - Grecia ai quarti? Le richieste della Merkel all'Uefa


Dopo la vittoria della Grecia sulla Russia, che ha regalato agli ellenici il passaggio ai quarti e condannato i favoriti russi all'eliminazione, assai probabile appare lo scontro tra la Grecia e la Germania che primeggia nel suo girone.

Pare che la Merkel abbia chiesto all'Uefa di giocare in casa e di penalizzare la Grecia, che sarà costretta a partire con due gol di svantaggio e a giocare controvento. Il portiere ellenico sarà, inoltre, a difesa di una porta 9m X 26m.

Il programma politico di Syriza




Nel giorno d'apertura dei seggi per le elezioni greche, cruciali per l'Europa intera, l'attenzione e la curiosità di molti osservatori internazionali sono puntate sul partito di sinistra Syriza e sul suo giovane  leader Alex Tsipras (classe 1974). 
Ecco, tratta dal sito del 'Popolo Viola', la sintesi del programma politico di Syriza.


1. Realizzare un audit del debito pubblico. Rinegoziare gli interessi e sospendere i pagamenti fino a quando l’economia si sarà ripresa e tornino la crescita e l’occupazione.
2. Esigere dalla Ue un cambiamento nel ruolo della Bce perché finanzi direttamente gli Stati e i programmi di investimento pubblico.
3. Alzare l’imposta sul reddito al 75% per tutti i redditi al di sopra di mezzo milione di euro l’anno.
4. Cambiare la legge elettorale perché la rappresentanza parlamentare sia veramente proporzionale.
5. Aumento delle imposte sulle società per le grandi imprese, almeno fino alla media europea.
6. Adottare una tassa sulle transazioni finanziarie e anche una tassa speciale per i beni di lusso.
7. Proibire i derivati finanziari speculativi quali Swap e Cds.
8. Abolire i privilegi fiscali di cui beneficiano la Chiesa e gli armatori navali.
9. Combattere il segreto bancario e la fuga di capitali all’estero.
10. Tagliare drasticamente la spesa militare.
11. Alzare il salario minimo al livello che aveva prima dei tagli (751 euro lordi al mese).
12. Utilizzare edifici del governo, delle banche e della chiesa per ospitare i senzatetto.
13. Aprire mense nelle scuole pubbliche per offrire gratuitamente la colazione e il pranzo ai bambini.
14. Fornire gratuitamente la sanità pubblica a disoccupati, senza tetto o a chi è senza reddito adeguato.
15. Sovvenzioni fino al 30% del loro reddito per le famiglie che non possono sostenere i mutui.
16. Aumentare i sussidi per i disoccupati. Aumentare la protezione sociale per le famiglie monoparentali, anziani, disabili e famiglie senza reddito.
17. Sgravi fiscali per i beni di prima necessità.
18. Nazionalizzazione delle banche.
19. Nazionalizzare le imprese ex-pubbliche in settori strategici per la crescita del paese (ferrovie, aeroporti, poste, acqua …).
20. Scommettere sulle energie rinnovabili e la tutela ambientale.
21. Parità salariale tra uomini e donne.
22. Limitare il susseguirsi di contratti precari e spingere per contratti a tempo indeterminato.
23. Estendere la protezione del lavoro e dei salari per i lavoratori a tempo parziale.
24. Recuperare i contratti collettivi.
25. Aumentare le ispezioni del lavoro e i requisiti per le imprese che accedano a gare pubbliche.
26. Riformare la costituzione per garantire la separazione tra Chiesa e Stato e la protezione del diritto alla istruzione, alla sanità e all’ambiente.
27. Sottoporre a referendum vincolanti i trattati e altri accordi rilevanti europei.
28. Abolizione di tutti i privilegi dei deputati. Rimuovere la speciale protezione giuridica dei ministri e permettere ai tribunali di perseguire i membri del governo.
29. Smilitarizzare la guardia costiera e sciogliere le forze speciali anti-sommossa. Proibire la presenza di poliziotti con il volto coperti o con armi da fuoco nelle manifestazioni. Cambiare i corsi per poliziotti in modo da mettere in primo piano i temi sociali come l’immigrazione, le droghe o l’inclusione sociale.
30. Garantire i diritti umani nei centri di detenzione per migranti.
31. Facilitare la ricomposizione familiare dei migranti. Permettere che essi, inclusi gli irregolari, abbiano pieno accesso alla sanità e all’educazione.
32. Depenalizzare il consumo di droghe, combattendo solo il traffico. Aumentare i fondi per i centri di disintossicazione.
33. Regolare il diritto all’obiezione di coscienza nel servizio di leva.
34. Aumentare i fondi della sanità pubblica fino ai livelli del resto della Ue (la media europea è del 6% del Pil e la Grecia spende solo il 3).
35. Eliminare i ticket a carico dei cittadini nel servizio sanitario.
36. Nazionalizzare gli ospedali privati. Eliminare ogni partecipazione privata nel sistema pubblico sanitario.
37. Ritiro delle truppe greche dall’Afghanistan e dai Balcani: nessun soldato fuori dalle frontiere della Grecia.
38. Abolire gli accordi di cooperazione militare con Israele. Appoggiare la creazione di uno Stato palestinese nelle frontiere del 1967.
39. Negoziare un accordo stabile con la Turchia.
40. Chiudere tutte le basi straniere in Grecia e uscire dalla Nato